© Roberto Breschi
Sommario. Verso
la fine del XIII secolo, la Cina, erede di una civiltà
millenaria, si vide per la prima volta controllata da una dinastia
straniera, gli Yuan, fondata dai mongoli discesi dalle steppe del nord.
Nel 1368 subentrarono i Ming, che restaurarono la cultura e la politica
confuciana. Una seconda dinastia straniera, i Ching, di origine
mancese, si insediò nel 1644 e resse l’impero fino
al 1912. Tra le molte invenzioni a ragione o a torto attribuite ai
cinesi, c’è anche la bandiera; un ornamento di una tomba
imperiale del I secolo a. C. mostra infatti un cavaliere che regge un
“oggetto” costituito da un’asta con attaccato in cima un drappo
rettangolare; e moltissime raffigurazioni di vessilli portati all’uso
moderno risalgono ad epoche in cui in Europa la bandiera era ancora
sconosciuta. Insegne di vario tipo sventolavano sulle giunche della
potente
flotta cinese. Questo fino al 1500, quando d’improvviso l’impero
abbandonò le sue fiorenti rotte commerciali, distrusse le
proprie navi e si chiuse in un inspiegabile isolamento. E così
nel secolo XIX l’ingerenza degli europei si affacciò su
una civiltà che per quanto raffinata era ormai in piena
decadenza. L’impero giunse all’epilogo nel 1912 quando i rivoluzionari
instaurarono la nuova repubblica. Ma, lungi dal ritrovare unità
e potenza, la Cina repubblicana finì nel caos, con due governi
antagonisti. Negli anni che seguirono subì scissioni, guerre
civili e
rischiò perfino di perdere la propria indipendenza. Solo
nel 1925-28, la vittoriosa campagna di Chiang Kai-shek verso il
nord, tendente ad unificare il paese, portò alla formazione di
un precario governo nazionale a Canton e all’occupazione di Pechino.
Cominciò un’altra aspra guerra civile tra i nazionalisti e i
comunisti; una Repubblica Sovietica Cinese stabile fu proclamata nel
1931 da Mao Tse-tung nel Kiangsi che durò fino all’ottobre 1934,
quando, per evitare l’accerchiamento di Chiang, l’esercito di Mao
abbandonò il Kiangsi e cominciò la celebre “lunga marcia”
verso nord-ovest. Nel 1937 scoppiò la guerra con il Giappone che
occupò gran parte della Cina; subito dopo l’invasione, si
formarono alcuni governi provvisori favoriti dal nuovo occupante. Nel
1949, con la vittoria dei comunisti di Mao Tse-tung e la proclamazione
della Repubblica Popolare Cinese sulla piazza della Pace Celeste (Tien-an-men)
di Pechino, fu finalmente raggiunta la quasi completa unità
territoriale e politica. Solo l’isola di Taiwan (Formosa) restò
in mano ai nazionalisti. Hong Kong, colonia britannica, e Macao,
portoghese, sono tornate alla Cina alla fine del XX secolo.
Impero Cinese, Chung Kuo, 1862-1872
Bandiera della marina da
guerra autorizzata il 22 ottobre 1862 e in vigore fino al 10 novembre
1872. Praticamente imposta dalle potenze occidentali, che controllavano
le forze armate della Cina. Il disegno e il color verde tartan
del campo, tradivano l’origine scozzese del probabile autore del
disegno: Charles Gordon, allora comandante della marina cinese. Unico
connotato locale la piccola bandierina al
centro con il drago, che da sola era la bandiera di bompresso.
Impero Cinese, Chung Kuo, 1862-1911
1862-1890
1890-1911
Bandiera di bompresso
introdotta il 22 ottobre 1862 insieme a quella della marina da guerra,
in seguito alle insistenze europee. Poco dopo il suo impiego venne
esteso ai mercantili privati. Il 10 novembre 1872 diventò
bandiera di stato e della marina da guerra. Si optò invece
per una differente insegna mercantile. Nel 1890, per uniformare
il vessillo a quelli occidentali, la forma triangolare fu cambiata in
rettangolare. Durata fino al 1911. Il giallo era il colore dell’impero,
ma anche del riso e della fertilità della terra; il drago
azzurro, un essere formato da parti di vari animali rappresentanti i
nemici sconfitti, sarebbe diventato simbolo imperiale nel 221 a.
C., quando il principe Cheng della dinastia Chin si fece proclamare
“Primo Imperatore” (Shih Huang-ti). I cinesi consideravano il
drago una forza vitale e benefica della natura, legata soprattutto
all’acqua; per estensione era l’emblema della primavera e del mattino.
Il disco rosso rappresentava il sole e la vita.
Impero Cinese, Chung Kuo, 1872-1911
1872-1903
1903-1911
Bandiera mercantile
utilizzata dal 1872 per differenziare le insegne delle navi mercantili
da quelle militari. Nel 1903 fu aggiunto il drago imperiale all'interno
del disco giallo. La bandiera non fu creata di proposito per la marina
mercantile; era in effetti quella della Compagnia Cinese di
Navigazione.
Scomparsa nel 1911. Il drago indicava anche l'appartenenza del
bastimento a un singolo armatore privato. Talvolta i draghi erano due:
si trattava allora di una nave appartenente a una compagnia di
navigazione.
Repubblica Cinese Ta-Chunghua Min-kuo, 1912-1928
Governo Provvisorio
Cinese, 1937-1943
Bandiera nazionale e
mercantile alzata a Nanchino il 1° gennaio 1912 e a Pechino (Cina Settentrionale) il 13 marzo successivo.
L' 8 ottobre 1928 fu abbandonata, ma il 14 dicembre 1937 fu ripresa a
Pechino da un governo provvisorio controllato dai giapponesi e
confluito
nel 1943 nello stato fantoccio di Nanchino.
Era la ben nota bandiera delle vecchie province dello Yang-se, dei
“cinque colori”. Secondo un’interpretazione di comodo, ciascuna delle
strisce colorate rappresentava una parte del paese: la Cina propria (il
rosso, colore degli Han), la Manciuria (il giallo), la Mongolia
(l'azzurro), il Tibet (il bianco) e il Sinkiang mussulmano (il nero).
I colori riuniti sullo stesso drappo affermavano l’unità
dello stato. Ma lungi dal ritrovare unità e potenza, la Cina
repubblicana aveva due governi antagonisti, quello del sud fondato dal
vero padre della patria Sun Yat-sen, e quello del nord del generale ex
monarchico Yuan Shih-kai. Ambedue alzavano la bandiera dei cinque
colori, ma avevano differenti insegne navali.
Chung Kuo, 1911- ?
Prima, storica bandiera
non imperiale, alzata il
10 ottobre 1911 a Wu-chang (Wuhan), la cui conquista fu un decisivo
successo dei rivoluzionari. Era rossa con una grande stella nera a nove
punte caricata da 18 palle d’oro in rappresentanza delle altrettante
province cinesi e fu mantenuta come bandiera militare a terra per
diversi anni. Secondo alcune fonti, posta in un cantone di un drappo
bianco, costituì la bandiera di stato in mare. Quest'ultima,
leggermente (o apparentemente) modificata, fu anche il primo modello di
insegna della marina da guerra del sud (v. qui sotto).
Repubblica Cinese, Ta-Chunghua Min-kuo, 1912-1913
Bandiere della marina da
guerra in uso tra il 1912
e il 1913. La prima era bianca con un cantone rosso caricato di un sole
bianco
con nove raggi neri, derivato probabilmente dalla succitata bandiera di
Wu-chang.
La seconda era una versione modificata della bandiera del Kuo-min-tang,
dalla quale differiva per il sole pieno con 18 raggi (per le 18
province cinesi) e dalla quale fu sostituita alla fine del 1913.
Repubblica Cinese, Ta-Chunghua Min-kuo, 1913-1949
Bandiera assegnata alla
marina da guerra alla fine
del 1913 e ufficialmente adottata il 1° settembre 1914. L'8 ottobre
1928
- in seguito alla precaria e instabile unificazione della Cina
realizzata con l’occupazione di Pechino da parte di Chiang Kai-shek -
diventò anche bandiera nazionale, di stato e, fino al 1930,
anche mercantile. Dalla fine del 1949 è confinata all'isola di Formosa (Taiwan). Era la bandiera creata
nel 1912 da Sun Yat-sen per il Kuo-min-tang, il Partito
Nazionalista
Popolare, per il quale i tre colori richiamavano i “tre
princípi”
del popolo: benessere, sovranità e democrazia. Il cantone, “il
sole
bianco nel cielo azzurro”, che da solo era alzato sul bompresso,
risaliva
al 1895 e costituiva la bandiera della Società per la Rinascita
Cinese.
Sun Yat-sen la riprese nel 1906 per la Lega Rivoluzionaria e nel 1912
vi
aggiunse il campo: "la terra rossa".
Repubblica Cinese, Ta-Chunghua Min-kuo, 1930-1949
Bandiera mercantile
differenziatasi nel 1930 da quella nazionale per l'aggiunta delle
strisce a zig-zag,
simboleggianti le onde del mare. Dal 1949 limitata all'isola
di Formosa.
Repubblica Cinese, Ta-Chunghua Min-kuo, 1930-1949
Bandiera da guerra
introdotta, come la precedente, in occasione della revisione dei
simboli del 1930. Dal 1949 limitata all'isola di Formosa. Il "sole
bianco nel cielo azzurro" è spostato al centro del drappo.
Proporzioni circa 8/11.
Repubblica Popolare
Cinese,
Chunghua Jen-min Kung-ho-kuo (Zhonghua Renmin Gongheguo), dal
1949
Bandiera nazionale, di
stato, mercantile e della marina da guerra, scelta per concorso,
approvata il 28 settembre 1949 e
alzata il 1° ottobre successivo, giorno della proclamazione della
repubblica da parte di Mao, sulla piazza Tien-an-men ("della
pace celeste"). Confermata dalla costituzione il 20 settembre 1954. Il
rosso è il colore del comunismo ma anche quello tradizionale del
popolo Han; le cinque stelle del cantone rappresentano le cinque parti
del paese ma anche le quattro classi sociali (operai, contadini,
intellettuali e borghesi) unite sotto
la guida del partito (la stella grande).
Repubblica Popolare
Cinese,
Chunghua Jen-min Kung-ho-kuo (Zhonghua Renmin Gongheguo), dal
1949
Bandiera da guerra,
dell'Armata di Liberazione Nazionale, ufficiale dal 15 giugno 1949. Dal
1996 può essere inalberata anche sulle navi militari, diventando
di fatto insegna alternativa della marina e, poco più tardi, per
questo impiego, sono state aggiunte
alla base del drappo cinque strisce, tre azzurre e due bianche. I
segmenti
vicino alla stella sono l'ideogramma dei numeri 1 e 8 che si
riferiscono
alla data del 1° agosto 1927, giorno della fondazione dell'Armata.
Bibliografia
W.
Smith,
Le Bandiere, Storia e Simboli, 1975 - Vexillinfo, 13, 1981 - Flag
Bull.,
111, 1985 e 117, 1986 - Vexillinfo, 72 e 77, 1986 - W. Crampton, Flags,
1989
- Flagmaster, 79, 1995 - Riv. Marittima, Suppl., 6, 1996
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generale >>