Il Trentino-Alto Adige è regione a statuto speciale dal 1948. Le due parti che la compongono, Il Trentino e l'Alto Adige/Südtirol, costituiscono a loro volta due province con particolari prerogative di autonomia definite nel 1972. La bandiera bianco-azzurra, in uso (limitato) dal 1995, riprende le caratteristiche del gonfalone, compreso lo scudo con le armi inquartate della provincia di Trento (1° e 4°) e di quella di Bolzano (2° e 3°). Il bianco e l'azzurro sono i colori sui quali erano portati in antico gli stemmi di Trento e Bolzano rispettivamernte. Non è mai stata definita legalmente, al contrario dello stemma e del gonfalone, deliberati il 17 settembre 1982 e approvati con decreto presidenziale del 21 marzo 1983.
Bandiera in uso dal 1995, mai adottata per legge, ma largamente usata dalle istituzioni della provincia. Copiata dal gonfalone concesso il 4 gennaio 1988, reca l'antico stemma, ripreso nel 1983, con l'aquila "fiammata" di San Venceslao concesso il 9 agosto 1339 dal re Giovanni di Boemia al principe-vescovo di Trento Nicolas Alreim. I colori erano già sulle ultime bandiere del principato vescovile. La provincia gode di particolare autonomia, paragonabile a quella di una regione a statuto speciale.
Bandiera nota dal 1995, non adottata per legge ancorché in uso (soprattutto nella versione "pendente" molto allungata), porta al centro l'antico stemma dei conti di Tirolo. Il disegno attuale di quest'ultimo, ispirato a una raffigurazione del 1370, fu adottato dalla giunta provinciale il 30 luglio 1982 e approvato con decreto del Presidente della Repubblica il 21 marzo 1983. I colori, presi dallo stesso stemma, sono i medesimi del gonfalone approvato il 21 novembre 1996. La provincia di Bolzano, a maggioranza di lingua tedesca, gode, come quella di Trento (dalla quale si è staccata nel 1927) di una speciale autonomia.
Principali città: Trento (capoluogo)
Bibliografia - Vexilla Italica, 2, 1984; 1, 1989; 2, 2000
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Ultima regione ad avere per il momento conseguito lo statuto speciale (1963), il Friuli-Venezia Giulia ha preso ad alzare una propria bandiera verso il 1976, senza particolari decreti o autorizzazioni. Molto più tardi, il 27 novembre 2001, è stata promulgata una legge regionale che ne disciplina forma e uso. Proporzioni 2/3, con l'emblema centrale che occupa i 3/5 dell'altezza del drappo. È una bandiera armeggiata, in linea con stemma e gonfalone ambedue approvati con decreto del Presidente della Repubblica dell'8 dicembre 1967. L'aquila in volo afferrante una corona turrita è tratta da un'ara votiva romana che si trova ad Aquileia.
Principali città: Trieste (capoluogo)
Bibliografia - Vexilla Italica, 2, 1978; 1988 - Vexilla Notizie, 0, 2002 - M. Fabretto, in litteris
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Bandiera adottata insieme allo stemma e al gonfalone con legge regionale del 20 maggio 1975 e modificata da un'altra legge del 22 febbraio 1999, che cancella la scritta "Regione del Veneto". Proporzioni 2/3. La bandiera ricorda i vessilli della Serenissima. Sul drappo "rosso pompeiano" con ornamenti in oro e blu, si apre una finestra con un paesaggio che allude al territorio della regione, dai monti al mare; in primo piano il leone di San Marco. Al battente, sette code (di solito solo disegnate) e ai loro estremi gli stemmi delle città venete capoluogo di provincia, posti orizzontalmente e in ordine alfabetico dal basso verso l'alto: Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza.
Principali città: Venezia (capoluogo), Verona, Padova
Bibliografia - Vexilla Italica, 2-3, 1977; 2, 2001
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Bandiera di impiego assai limitato, approntata nel 1995 e copiata dal gonfalone. Lo stemma o, per meglio dire, il marchio della regione fu scelto per concorso e adottato con legge regionale il 15 dicembre 1989; esso rappresenta il profilo geografico essenziale della regione; nell'intenzione dell'autore (M. Piazza) la linea curva rappresenta il fiume e la natura, la linea obliqua dritta, la strada e l'opera dell'uomo. La scritta "Regione Emilia Romagna" può, secondo la legge, accompagnare il marchio "quando ritenuto necessario"; di conseguenza, esistono versioni dell'emblema con o senza la scritta, così come accade nel caso dei simboli di altre regioni.
Principali città: Bologna (capoluogo), Parma, Modena, Reggio Emilia, Ravenna, Rimini
Bibliografia - Vexilla Italica, 1, 1990 - Gli stemmi dei Comuni e delle Province dell'Emilia-Romagna, 2003
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