© Roberto Breschi
Sommario. Alla
penetrazione britannica
nella regione a nord del fiume Zambesi contribuirono in modo
determinante
Cecil Rhodes (che dette il nome alla regione, Rhodesia) e la Compagnia
dell’Africa del Sud che nel 1850 stabilì importanti accordi con
i capi indigeni per lo sfruttamento dei giacimenti di rame. Nel 1924 fu
costituita
la colonia della Rhodesia Settentrionale. Questa fece parte dal 1954
al 1963 della federazione Rhodesia-Niassa e nel 1964 ottenne
separatamente l’indipendenza col nome di Zambia.
Rhodesia Settentrionale, Northern Rhodesia, 1939-1964
Bandiera (Blue Ensign)
del possedimento introdotta nel 1939 e restata in vigore per l’uso
interno, anche durante il periodo (1954-1963) della federazione
Rhodesia-Niassa; soppressa il 24 ottobre 1964 con la fine del
protettorato. Posto direttamente sul campo, lo scudo, approvato il 16
agosto 1939, mostrava un motivo a strisce ondulate bianche e nere, che
alludeva alle grandi cascate Victoria, sullo Zambesi, e, in capo,
un’aquila pescatrice (Haliæetus vocifer) in volo spiegato
con un pesce tra gli artigli.
Repubblica dello Zambia, Republic of Zambia, dal 1964
Bandiera valida per
tutti gli impieghi adottata il 24 ottobre 1964, giorno
dell’indipendenza. Proporzioni 2/3. I colori sono quelli dell’United
National Independence Party. Il verde sta per le foreste, il rosso
per la lotta, il nero per il popolo e il rosa-arancio per le ricchezze
minerarie (il rame). Sopra il cantone, posto singolarmente nella parte
inferiore del battente, un’aquila, emblema di forza e libertà,
presente con identico disegno anche sopra lo stemma nazionale.
BAROTSELAND
RHODESIA-NIASSA
Bibliografia
Flag
Bull., 163, 1995 - Archivio CISV, scheda 110
> Indice Africa >
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generale >>
© Roberto Breschi
Sommario. La
parte occidentale dell’odierno Zambia, la patria dei baRotse (o
Ma Lozi),
che per prima venne in contatto coi britannici, godette di speciale
autonomia e costituì il regno del Barotseland; nonostante le
diverse promesse, non conseguì la prevista indipendenza, al
momento di quella ottenuta dallo Zambia nel 1964. Tuttavia un trattato
garantiva al Barotseland larga autonomia e possibilità di
autodeterminazione. Il trattato è stato disatteso e annullato;
ciò ha spinto il litunga (re) del Barotseland a
dichiarare nel
2011 l'indipendenza dallo Zambia.
Regno BaRotse, Kingdom of Barotseland
Bandiera di stato e
stendardo del litunga (re) del regno protetto con autonomia
speciale nell’ambito della Rhodesia Settentrionale. Fu adottata in
epoca
imprecisata; di recente è comparsa una diversa versione,
con l'elefante in nero entro un disco (o un rettangolo) bianco. A
quanto sembra, dopo la dichiarazione di indipendenza dallo Zambia del
2011, le bandiere del Barotseland sarebbero cambiate.
Bandiera definita come nazionale e come stendardo del
litunga
(re),
apparsa dopo il 2011. Raffigurata in due versioni differenti;
essenzialmente è azzurra con un disegno a linee bianche e rosse
che incorniciano un pannello centrale sul quale è rappresentato
il
silimba, un tipo locale di xilofono. Tale strumento, insieme
ad
altri a percussione, ha un ruolo importante nel cerimoniale
tradizionale. L'azzurro simboleggia le acque di cui il regno è
ricco (lo Zambesi in particolare) e che influenzano la vita quotidiana.
In alto al centro, una stella (bianca o gialla) rappresenta le
ricchezze naturali e culturali del paese.
Altra bandiera apparsa dopo la dichiarazione di indipendenza del 2011.
La banda bianca appare talora fimbriata di nero. Questa è la
bandiera che rappresenta il regno del Barotseland nel consesso
dell'UNPO (
Unrepresented Nations and Peoples Organization) a cui
ha
aderito nel novembre 2013.
ZAMBIA
Bibliografia
Archivio
CISV, scheda 110/4 - Siti web istituzionali - N. Middleton, "Atlante
dei Paesi che non esistono", 2015.
© Roberto Breschi
Sommario.
L’esploratore Livingstone (1859) e i missionari scozzesi (1875)
aprirono le porte della regione ad occidente del lago Niassa agli
insediamenti britannici. Le contemporanee rivendicazioni portoghesi non
ebbero buon esito e nel 1901 poté essere costituito il
protettorato britannico dell’Africa Centrale, che nel 1907 prese
il nome di Nyasaland (Niassa). Dal 1954 al 1963 costituì una
federazione con le due Rhodesie e nel 1964 diventò indipendente
col nome
di Malawi.
Protettorato Britannico dell'Africa Centrale, British Central Africa,
c.1894-1907
Protettorato del Niassa, Nyasaland, 1907-1914
Bandiera del
protettorato entrata in uso verso il 1894 e modificata nel 1914 quando
fu adottato un nuovo stemma. La
prima Blue Ensign del Nyasaland aveva un badge i cui
colori, considerati simbolo della cooperazione razziale, erano tratti
dallo stemma del protettorato (il cui nome cambiò da British
Central Africa a Nyasaland nel luglio 1907). La pianta di
caffè
coi frutti rossi costituiva il cimiero dello stesso stemma.
Protettorato del Niassa, Nyasaland, 1914-1964
L’11 maggio 1914 il badge
della Blue Ensign locale fu sostituito con lo scudo del nuovo
stemma; nel 1954 la bandiera fu confermata per uso interno nell’ambito
della federazione Rhodesia-Niassa e abolita il 6 luglio 1964 con la
fine del protettorato. Sullo scudo era raffigurato un leopardo al
naturale su una roccia; il sole d’oro in campo nero si riferiva al
motto Lux in tenebris.
Repubblica del Malawi, Mfuko la Malaŵi, dal 1964
1964-2010
e dal 2012
Bandiera nazionale e di
stato adottata il 6 luglio 1964, giorno dell’indipendenza. Proporzioni
2/3. Derivata direttamente dalla bandiera del Malawi Congress Party,
che nel 1953 aveva adottato un tricolore nero-rosso-verde ispirato a
quello del
Movimento Panafricano di Marcus A. Garvey del 1920. Sulla bandiera
nazionale c’è in più un
sole rosso sulla striscia nera, che simboleggia l’aurora (kwacha)
del nuovo giorno per l'Africa nera.
2010-2012
Il 29 luglio 2010 la bandiera era stata modificata, non senza
aspre polemiche. Sul nuovo
vessillo, alzato ufficialmente il 7 agosto 2010, l'ordine dei
colori delle strisce rispettava l'originale
sequenza del tricolore di Garvey. Il sole appariva in figura intera,
con
44 raggi, bianco, al centro del drappo. Invariate le proporzioni e la
simbologia. Alla fine di maggio 2012, in seguito al cambio del
presidente della repubblica, il parlamento ha approvato il ritorno alla
bandiera del 1964, anche questa volta con aspre polemiche.
RHODESIA-NIASSA
Bibliografia
Flag
Bull., 163, 1995 - Archivio CISV, scheda 111
> Indice Africa >
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generale >>
© Roberto Breschi
Sommario. L'idea
di unire le due Rhodesie e il Niassa, già ventilata dai
britannici nel 1910 ma abbandonata, riprese vigore dopo la seconda
guerra mondiale e si realizzò
nel 1953. In vista dell'indipendenza, ciascuno dei componenti
preferì seguire una propria via (in particolare la Rhodesia
Meridionale a causa della sua politica razziale) e la federazione si
sciolse il 31 dicembre 1963.
Federazione Rhodesia-Niassa, Federation of Rhodesia and Nyasaland,
1954-1963
Bandiera federale
adottata nel 1954 e durata fino allo scioglimento della federazione, il
31 dicembre 1963. Ciascuno dei
membri (le due Rhodesie e il Niassa) conservò i propri simboli
per
l’impiego interno. Lo scudetto era tratto dallo stemma concesso il 22
luglio 1954 e valido dal 24 agosto; era diviso in tre parti in
rappresentanza
dei tre territori federati: le strisce ondulate per la Rhodesia
Settentrionale,
il leone rosso per la Rhodesia Meridionale e il sole per il Niassa; le
parti apparivano unite ad incastro a sottolineare il forte vincolo
dell’unione.
MALAWI
ZAMBIA
ZIMBABWE
Bibliografia
Flag
Bull., 163, 1995 - Archivio CISV, scheda 109/3
© Roberto Breschi
Sommario.
Scomparsa ogni traccia dell’antico regno di Zimbabwe, la regione a sud
dello Zambesi, nota dal 1898 come Rhodesia Meridionale, diventò
colonia britannica a sé
stante nel 1923 e seguì più o meno le vicende della
Rhodesia
del Nord; ma qui la minoranza bianca acquisì un maggior potere
e quando nel 1964 il Nyasaland e la Rhodesia del Nord divennero
indipendenti
(come Malawi e Zambia), i bianchi non trasferirono né
condivisero
il governo del paese con la maggioranza nera e l’indipendenza non venne
concessa. Nel 1965 fu comunque proclamato unilateralmente lo stato
indipendente
della Rhodesia, che già l’anno precedente aveva provveduto a
cambiare il nome (non più “meridionale”). Nel 1968 fu dichiarata
ufficialmente la repubblica. Nel 1976, la Rhodesia s’indirizzò
finalmente verso una politica di pari diritti per tutti i cittadini
e nel 1979 mutò il nome in Zimbabwe-Rhodesia. La vera
indipendenza,
questa volta universalmente riconosciuta, giunse nel 1980 quando si
svolsero
le elezioni generali. Il nome dello stato restò solo quello
storico
di Zimbabwe.
Rhodesia Meridionale, Southern Rhodesia, 1924-1964
Insegna blu entrata in
uso nel 1924 (ma ufficiale dal 1937) contemporaneamente allo stemma, il
cui scudo appare al battente di solito senza il disco bianco. Nel 1954
fu confermata per uso interno nell’ambito della federazione
Rhodesia-Niassa; in seguito alla dissoluzione di quest’ultima, l’8
aprile 1964 la bandiera fu modificata. Fu anche autorizzata
dall’Ammiragliato britannico una corrispondente insegna rossa, che ebbe
scarsi impieghi pratici (il paese non aveva sbocchi sul mare). Il
piccone
in campo verde alludeva alle ricchezze del sottosuolo; il capo con il
leone
rosso tra due cardi in fiore era tratto dalle armi della famiglia di
Cecil
Rhodes, padre del colonialismo britannico nell’Africa
centro-meridionale.
Stato della Rhodesia, Rhodesia, 1964-1968
Bandiera nazionale e
mercantile, introdotta l’8 aprile 1964 e confermata l’11 novembre 1965
con la proclamazione unilaterale dell’indipendenza; sostituita nel
1968. L’Union Flag restò come bandiera di stato.
Differiva dalla precedente bandiera coloniale soltanto per il colore
del campo, celeste anziché blu.
Repubblica di Rhodesia, Republic of Rhodesia, 1968-1979
Bandiera nazionale,
mercantile e della marina
da guerra, adottata l’11 novembre 1968, già prima della
proclamazione della repubblica (1° marzo 1970); dal 1969 anche
bandiera di stato
al posto dell’Union Jack. Abolita nel 1979. I colori erano
tratti
dallo scudo dello stemma, che appariva per intero sulla striscia bianca
centrale. Lo scudo, lo stesso che figurava sulle precedenti bandiere,
era
retto da due antilopi (Hippotragus niger); in cimiero, un elmo
d’argento
sormontato dalla immagine di un uccello: trattasi di una scultura in
pietra
ritrovata in vari esemplari fra i resti del Grande Zimbabwe, il
più
importante sito archeologico dell’Africa subsahariana, presso Fort
Victoria.
Il motto Sit nomine digna, esorta il paese ad esser degno del
nome che porta, quello di Cecil Rhodes.
Stato dello Zimbabwe-Rhodesia, State of Zimbabwe-Rhodesia, 1979
Rhodesia Meridionale, Southern Rhodesia, 1979-1980
Bandiera nazionale, di
stato e mercantile, presentata il 7 agosto 1979, approvata tra il 16 e
il 29 dello stesso mese e alzata il 2 settembre; come bandiera di stato
fu di nuovo rimpiazzata dall’Union Flag il 12 dicembre 1979,
quando, in attesa delle elezioni, fu ricostituita la colonia della
Rhodesia Meridionale. Ammainata il 17 aprile 1980. Proporzioni 1/2.
Sulla striscia verticale nera, che alludeva alla maggioranza della
popolazione, figurava l’uccello del Grande Zimbabwe, simbolo
dell’identità nazionale; la striscia rossa ricordava la lotta
della maggioranza nera
per il proprio riscatto, il bianco rappresentava la minoranza europea e
il verde poneva l’accento sull’importanza dell’agricoltura.
Repubblica dello Zimbabwe, Republic of Zimbabwe, dal 1980
Bandiera nazionale,
mercantile e della marina
da guerra, alzata alla mezzanotte tra il 17 e il 18 aprile 1980.
Proporzioni 1/2. Ai colori, gli stessi del movimento (ZANU)
protagonista della lotta per l’indipendenza, è attribuita la
consueta simbologia di circostanza (verde per l’agricoltura, giallo per
le ricchezze minerarie, rosso per
il sangue versato, nero per la maggioranza della popolazione e bianco
per
la pace). L’uccello del Grande Zimbabwe è il simbolo consolidato
dell’identità nazionale e la stella rossa non rappresenta il
socialismo,
almeno ufficialmente, bensì le aspirazioni della nazione.
RHODESIA-NIASSA
Bibliografia
Flag
Bull., III:4, 1964; VII:4, 1969; XVIII:5, 1979; XIX:1, 1980; XX:1, 1981
e 163, 1995 - Archivio CISV, scheda 109
> Indice Africa >
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