![]() Cartolina inizio '900, Antonio Furlanetto illustratore. Gli stemmi sono quelli dei capoluoghi. |
SICILIA Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani |
![]() Nota sulla denominazione delle province siciliane
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Istituita nel 1861 come "provincia di Girgenti"
corrispondente all'omonimo ente del regno borbonico. Nel 1927 il nome
fu cambiato in "provincia di Agrigento". Capoluogo: Agrigento Altre città: Sciacca, Licata, Canicattì, Favara, Palma di Montechiaro, Ribera, Porto Empedocle Sigla: 29 (1905-1927) - GI (1927-1928) - AG (dal 1928) Bandiera: non risulta in uso Gonfalone: azzurro (RD 25 ottobre 1938). |
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Stemma: partito
semitroncato: il 1° di Agrigento (d'azzurro a tre giganti ignudi di
carnagione, quello centrale di fronte, quelli ai lati controaddossati,
poggianti su una pianura al naturale, sostenenti una piattaforma
d'oro, merlata alla guelfa, caricata del motto di nero: Signat
Agrigentvm Mirabilis
Avla Gigantvm, alle tre torri d'oro merlate alla guelfa sostenute
dalla piattaforma, finestrate di
nero; la torre di mezzo più alta, cimata dall'ostia d'argento
caricata del monogramma di Cristo cimato da crocetta, di nero; la torre
di sinistra finestrata a croce); il 2° di Sciacca (d'azzurro al
cavaliere d'argento, rivoltato, armato, con l'elmo piumato di rosso,
con la lancia in resta procedente da destra su un declivio erboso al
naturale contro la fortezza torricellata di tre pezzi,
d'oro; le torri cimate da bandierina dello stesso sventolante a destra;
al sole raggiante d'oro, posto a destra nel capo); il 3° di Bivona
(d'azzurro al crescente rivoltato d'argento accompagnato in punta da un
ragno d'oro movente verso sinistra sulla pianura al naturale).
Sono rappresentate le armi dei capoluoghi dei tre ex-circondari che formavano la provincia. Decreto di concessione: RD 15 aprile 1938. Dal 1933 al 1943 portò il "capo littorio" (v. tavola relativa). |
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Stemma 1898:
troncato. il 1° di Girgenti (di rosso a tre giganti ignudi di
carnagione, quello centrale di fronte, quelli ai lati controaddossati,
sostenenti una piattaforma d'oro, merlata alla guelfa, caricata del
motto di nero: Signat Agrigentvm Mirabilis Avla Gigantvm, alle
tre
torri d'oro merlate alla guelfa sostenute dalla piattaforma, finestrate
di nero; la torre di sinistra finestrata a croce); il 2° di Sciacca
(campo di cielo, al cavaliere d'argento, rivoltato, armato, con l'elmo
piumato di rosso, con la lancia in resta procedente da destra su un
declivio erboso al naturale contro la fortezza torricellata di tre
pezzi, d'oro; le torri cimate da bandierina dello stesso sventolante a
destra; al sole raggiante d'oro, posto a destra nel capo), caricato del
ragno d'oro di Bivona, a sinistra in punta.
Così appare sulla lapide celebrativa del I Congresso delle Province (Torino, 1898). L'arma di Agrigento è semplificata e ha il campo rosso. La seconda partizione unisce l'arma di Sciacca alla figura araldica del ragno d'oro, preso dallo stemma di Bivona. Decreto di concessione: non rilevato |
Istituita nel 1861, confermando l'omonimo ente del Regno
delle Due Sicilie. Nel 1927 cedette una parte del territorio alla nuova
provincia di Castrogiovanni. Capoluogo: Caltanissetta Altre città: Gela, Niscemi, San Cataldo Sigla: 14 (1905-1927) - CL (dal 1927) Bandiera: risultano in uso due differenti modelli. Uno con lo stemma e il nome dell'ente (visibile sul palazzo della provincia); l'altro giallo con bordo azzurro e stemma al centro (esposto nell'ufficio del presidente). Gonfalone: rosso cremisi (RD 21 settembre 1938). |
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Stemma: di rosso
all'aquila d'oro al volo abbassato e rivoltata, afferrante due
cornucopie d'oro decussate, rovesciate e fruttifere al naturale;
caricata sul petto delle armi di Caltanissetta (di rosso al castello
d'oro) coronate all'antica.
L'aquila è molto frequente nell'araldica civica siciliana. Qui sembra celebrare la ricchezza del territorio (cornucopie) sotto la guida della città capoluogo (lo scudetto). Decreto di concessione: RD 28 marzo 1938. Dal 1938 al 1943 portò il "capo littorio" (v. tavola relativa). |
Istituita nel 1861, confermando l'omonimo ente del Regno
delle Due Sicilie. Nel 1927 cedette una parte del territorio alla nuova
provincia di Castrogiovanni. Dal 4 agosto 2015 è "Città
Metropolitana". Capoluogo: Catania Altre città: Acireale, Misterbianco, Paternò, Caltagirone, Adrano, Mascalucia, Aci Catena, Belpasso, Giarre, Gravina di Catania, Biancavilla, San Giovanni La Punta, Tremestieri Etneo, Bronte, Aci Castello, Aci Sant'Antonio, Scordia, Palagonia, Riposto Sigla: 17 1905-1927) - CT (dal 1927) Bandiera: non risulta in uso. Gonfalone: bianco, con larga striscia azzurra in alto. |
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Stemma:
inquartato; il 1° di Catania (d'azzurro all'elefante d'oro
passante); il 2° di Caltagirone (d'argento alla croce di rosso); il
3° di
Nicosia (di rosso alla croce d'argento); il 4° di Acireale
(d'azzurro al
castello torricellato di due pezzi, la torricella a destra cimata da
un pennone bifido, quella a sinistra da un leone nascente, il tutto
d'oro).
Lo scudo riunisce le armi dei capoluoghi dei circondari originari, compreso Nicosia, ceduto nel 1927 alla provincia di Enna. Sono mantenuti gli ornamenti esteriori di foggia antica. Decreto di concessione: RD 7 luglio 1883. Dal 1933 al 1943 portò il "capo littorio" (v. tavola relativa). |
Istituita nel 1927, come "provincia di Castrogiovanni",
sottraendo l'ex circondario di Piazza Armerina alla provincia di
Caltanissetta e quello di Nicosia alla provincia di Catania. Il nome fu
cambiato in "provincia di Enna" nello stesso 1927. Capoluogo: Enna Altre città: Piazza Armerina, Nicosia, Leonforte, Barrafranca Sigla: CG (1927-1928) - EN (dal 1928) Bandiera: non risulta in uso Gonfalone: bianco con sottile bordo azzurro in alto e sui lati |
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Stemma: d'azzurro
alla dea Cerere al naturale.
L'antica Henna era il centro siculo del culto di Demetra, la Cerere dei Romani. Qui è raffigurata con frutti e spighe di grano nella sinistra e con altre spighe nei capelli: Cerere era infatti considerata la "madre del'orzo e del grano" e dea dell'abbondanza. Con la destra alza una torcia per farsi luce nella ricerca della figlia Proserpina rapita da Plutone, dio degli inferi. Decreto di concessione: RD 24 agosto 1928. Dal 1933 al 1943 portò il "capo littorio" (v. tavola relativa). |
Istituita nel 1861, confermando l'omonimo ente del Regno
delle Due Sicilie. Dal 4 agosto 2015 è "Città
Metropolitana di Messina". Capoluogo: Messina Altre città: Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo Sigla: 37 (1905-1927) - ME (dal 1927) Bandiera: azzurra, con lo stemma provinciale completo. Gonfalone: azzurro (DCG 30 marzo 1927). |
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Stemma: d'azzurro
al leone coronato all'antica d'oro, tenente in palo una bandiera bifida
di rosso crociata d'oro, svolazzante a sinistra, astata, cordata e
fioccata d'oro. Motto: Fert Leo Vexillum Messanæ Cum Cruce.
La raffigurazione è tratta da un sigillo del comune medievale del XIII secolo. Il serto di fronde è mantenuto all'antica. Il motto didascalico (che significa "porta il leone il vessillo crociato di Messina") è posto su un nastro bifido d'argento con risvolto rosso. Decreto di concessione: DCG 30 marzo 1927. Dal 1933 al 1943 portò il "capo littorio" (v. tavola relativa). |