© Roberto Breschi
Sommario. La
storia dei sauditi era cominciata nel 1744 quando Muhamed Ibn Saud,
scuotendosi dal torpore della dominazione ottomana, sposò la
riforma religiosa dei wahabiti (che volevano tornare alla purezza delle
origini). Gli sforzi di costituire in Arabia uno stato saudita
indipendente (emirati di Darya e di Saud) furono bloccati prima dagli
egiziani che agivano per conto di Costantinopoli e quindi dagli
sciammariti che nel 1891 occuparono Riyad. La città fu
riconquistata nel 1902 e cominciò l’ascesa dell’emirato del
Neged. Nel 1921 fu conquistato lo Sciammar e nel 1925 l’Hegiaz e
finalmente nel 1932 tutti i
territori conquistati, che occupavano quasi per intero la penisola,
costituirono il regno dell’Arabia Saudita.
Emirato del Neged, Al-Imarat al-Negid, 1902-1921
Bandiera di stato
preparata nel Kuwait dai sauditi già nel 1901 e portata a Riad
da Abdul Aziz Ibn Saud nel 1902. Modificata nel 1921 allorché,
conquistato lo Sciammar, Ibn Saud fu proclamato sultano del Neged. La shahada
figurava qui in caratteri piccoli
e semplici; era assente sulla bandiera nazionale (che era perciò
più semplice e facile da confezionare, come si conviene per una
bandiera popolare). Anche le proporzioni erano diverse: 8/9
anziché 2/3.
Sultanato del Neged, As-Saltana al-Negid, 1921-1926
Bandiera di stato
adottata nel 1921 e cambiata nel 1926. Sarà ripresa nel 1932 dal
regno saudita. Era derivata
dalla precedente; la spada fu aggiunta da Ibn Saud in segno di
consolidamento
dei suoi poteri. La shahada (“non c’è altro Dio
all’infuori
di Allah e Maometto è il suo Profeta”, la illaha illa
‘llahu.
Muhammad ur-rasul u’llahi) appariva più curata, più
grande
e in bello stile thuluth.
Regno del Neged, Al-Mamlaka al-'Negid, 1926-c.1932
Bandiera adottata nel
1926 da Abdul Aziz Ibn Saud proclamandosi re dopo la conquista
dell'Hegiaz. Abolita nel 1932 al termine della doppia monarchia
Neged-Hegiaz. Proporzioni circa 3/5. Al precedente drappo verde con la shahada
fu aggiunta una bordura bianca su tutti e quattro i lati e fu eliminata
la spada. Il motivo del cambiamento resta oscuro.
ARABIA
DARYA
SAUD
Bibliografia
Flagmaster,
41, 1983 - Vexillinfo, 34, 1983 - Archivio CISV, scheda
69/2
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