© Roberto Breschi
Sommario.
Città di origine romana sulla costa settentrionale del Marocco,
fu presa dal Portogallo agli arabi nel 1415. Passata insieme alla
stessa madrepatria alla
Spagna (1580), restò a quest'ultima anche quando il Portogallo
riacquistò l'indipendenza nel 1640. A seguito di intense
manifestazioni
autonomiste ha ottenuto nel 1995 dal governo spagnolo uno statuto di
autonomia.
Città Autonoma di Ceuta, Ciudad Autónoma de Ceuta,
dal 1995
Bandiera adottata con lo
statuto di autonomia previsto
dalla legge del 13 marzo 1995. Il disegno ricorda molto da vicino il
periodo
portoghese. Il vessillo gheronato bianco e nero, uno dei più
antichi
d'Europa, è noto infatti come bandiera
di San Vincenzo o di
Lisbona.
Lo scudo al centro è strettamente derivato da quello portoghese
(differisce
per la corona e per la disposizione dei castelli). Nel caso di Ceuta i
sette
castelli sono talvolta interpretati come Septem fratres, antico
nome
della città, che si riferiva ai sette colli su cui sorge Ceuta e
da
cui deriva il nome attuale. La bandiera è comunemente usata
anche
senza lo scudo.
SPAGNA
Bibliografia
Internet,
sito
ufficiale della città autonoma.
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Sommario.
L'antica Malila degli arabi
fu conquistata dagli spagnoli nel 1496. Spesso attaccata dai berberi
del
Rif restò tuttavia sempre unita alla Spagna. Con l'indipendenza
del
Marocco, costituì insieme a Ceuta e ad alcune piccole isole, una
delle Plazas de soberanía en el Norte de Africa. Dal
1995 ha uno
statuto di autonomia.
Città Autonoma di Melilla, Ciudad Autónoma de
Melilla, dal 1995
Bandiera adottata dalle
legge statutaria del 13 marzo 1995. Lo scudo al centro, affiancato
dalle colonne d'Ercole, deriva da quello della nobile famiglia andalusa
Pérez de Guzmán. Entro una cornice composta dalle armi di
Castiglia e Leon, figurano due ceste piene di serpenti; in cimiero la
figura armata di daga di Guzmán il Buono e un nastro con un
motto Preferre patriam liberis parentem
decet che significa all'incirca "ai figli conviene anteporre la
patria
al padre". Ai piedi dello scudo un drago che ricorda l'impresa
leggendaria
del fondatore della dinastia Guzmán che liberò da tale
mostro le terre del sultano di Fez.
SPAGNA
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Internet,
sito
ufficiale della città autonoma.
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Sommario.
L'arcipelago delle Canarie, sette isole davanti alla costa atlantica
del Marocco, noto fin dall'antichità, fu "riscoperto" per conto
dei portoghesi nel 1336 dal genovese Lancellotto Malocello (che dette
il nome all'isola di Lanzarote). Nel 1479 il trattato di
Alcaçovas riconobbe la sovranità castigliana sulle isole.
Vari movimenti nazionalisti e indipendentisti si formarono fin
dall'inizio del XX secolo e furono particolarmente attivi tra il 1950 e
il 1980. Lo statuto della Comunità del 1982 prevede larga
autonomia per l'arcipelago.
Isole Canarie, Comunità Autonoma delle Canarie,
Islas Canarias, Comunidad Autónoma de Canarias, dal
1961
Bandiera creata nel 1961
dai fratelli Sarmiento e dalla loro madre, membri del movimento
indipendentista Canarias Libres; confermata nella
legalità il 16 agosto 1982 dallo statuto di autonomia.
Proporzioni 2/3. Fino al 1982 fu spesso impropriamente modificata
soprattutto con l'aggiunta di sette stelle (tante quante le isole)
verdi o rosse o nere
sulla striscia centrale. I colori non hanno un significato particolare
ma
sono ripresi da quelli delle due vecchie bandiere di matricola
riservate
ai porti delle Canarie e risalenti alla metà del XIX secolo.
È ufficialmente consentito porre al centro delle bandiere lo
stemma della comunità autonoma, che raffigura le sette isole che
compongono l'arcipelago in campo azzurro. Lo scudo risale alla
metà del XVII secolo ma all'epoca le isole erano rappresentate
in mappa su un mare ondoso. La raffigurazione di profilo è
posteriore di circa un secolo (1762). Su una pubblicazione del 1772 lo
stemma acquisisce finalmente tutti gli attributi attuali, compreso il
cartiglio con il motto "oceano" e i due cani come tenenti, in
riferimento all'ipotetica etimologia del nome dell'arcipelago.
SPAGNA
Bibliografia
Flagmaster,
3, 1972 - Flag Bull., XI,3, 1972 - Banderas, 16, 1985 et al. - J.M.
Erbez, Banderas de Canarias, Internet
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