© Roberto Breschi
Sommario. Lo
stato bantù del Lebowa era stato progettato nel 1971 col nome di
Sotho del Nord, dall'etnia predominante, ma diventò autonomo il
2 ottobre 1972. Piuttosto esteso e popoloso. Come gli altri bantustan,
fu cancellato nel 1994 e oggi è compreso nel Limpopo.
Stato Bantù del Lebowa, Lebowa Bantustan, 1974-1994
Bandiera di stato
adottata il 5 luglio 1974 e soppressa
il 26 aprile 1994. Proporzioni 2/3; striscia centrale larga il doppio
delle
altre. Tra il verde della terra e l’azzurro del cielo c’è un
sole
raggiante che simboleggia l’energia vitale, necessaria per lo sviluppo
e
il progresso nei vari campi.
COLONIE, STATI BOERI e BANTÙ (Indice)
Bibliografia
Flag
Bull., XIII:6, 1974 - Flagmaster, 17, 1975 - Archivio CISV, scheda
105/28
© Roberto Breschi
Sommario. Lo
stato bantù del Gazankulu (il nome è tratto dal lago
Gaza) fu istituito il 1° febbraio 1973 per gli shangaana,
popolo affine ai songa del vicino Mozambico, ove esiste la provincia di
Gaza. Abolito nel 1994.
Stato Bantù del Gazankulu, Gazankulu Bantustan, 1973-1994
Bandiera di stato
adottata il 18 dicembre 1973 e abolita il 26 aprile 1994. Proporzioni
2/3. L’emblema centrale rappresenta due cucchiai uniti da una
catenella, usati dagli indigeni shangaana nelle cerimonie e in segno di
ospitalità, di amicizia e di armonia. I
cucchiai, intagliati in un solo pezzo di legno, sono inseparabili; in
tal
modo anche coloro che li usano per mangiare sono uniti nel gesto.
COLONIE, STATI BOERI e BANTÙ (Indice)
Bibliografia
Flag
Bull., XIII:6, 1974 - Flagmaster, 17, 1975 - Archivio CISV, scheda
105/31
© Roberto Breschi
Sommario.
Concepito come Sotho del Sud, diventò stato autonomo il 1°
novembre 1974 come Qwaqwa (che
significa "bianchissimo", per il colore di certe formazioni geologiche
della zona). "Patria" dei sotho era il bantustan più
piccolo,
situato sul confine settentrionale del Lesotho, paese abitato dalla
stessa
etnia. Abolito nel 1994.
Stato Bantù del Qwaqwa, Qwaqwa Bantustan, 1974-1994
Bandiera di stato
adottata verso la fine del 1974, ufficiale dal 18 luglio 1975; abolita
il 26 aprile 1994. Proporzioni 2/3. Il campo verde rappresenta la
nazione; i segmenti arancioni, le due principali tribù,
nonché i legami con l’Orange. Il pony nero, che sullo
stemma di stato fa da supporto allo scudo, è simbolo della
determinazione del popolo nel seguire la via dello sviluppo.
COLONIE, STATI BOERI e BANTÙ (Indice)
Bibliografia
Flagmaster,
17, 1975 - Flag Bull., XVI:6, 1976 e XVIII:2, 1979 - Archivio CISV,
scheda 105/30
© Roberto Breschi
Sommario. Il
KwaNdebele, già parte del Lebowa, abitato dall'etnia amaNdebele
stanziata in prevalenza nello Zimbabwe, fu approvato nel 1972 (come
Ndebele del Sud) ma divenne un bantustan autonomo solo nel
1977. L'indipendenza, già stabilita per l'11 dicembre 1986, fu
alla fine rifiutata. Abolito nel 1994, è oggi compreso nelle
province di Mpumalanga e Limpopo.
Stato Bantù del KwaNdebele, KwaNdebele Bantustan,
1982-1994
Bandiera di stato
adottata il 6 ottobre 1982 e alzata per la prima volta il 14 aprile
1983, abolita de jure il
26 aprile 1994. Proporzioni 2/3. L’emblema al centro è composto
da armi locali, quattro ferri di lancia intorno ad una testa di clava,
che
simboleggiano l’autorità del governo. L’azzurro è il
colore
del cielo e rappresenta la volontà del popolo nel raggiungimento
di mete elevate; il giallo è la luce del sole che illumina il
cammino
della nazione e il verde è il colore della natura e della
crescita.
COLONIE, STATI BOERI e BANTÙ (Indice)
Bibliografia
Flag
Bull., 114, 1985 - Archivio CISV, scheda 105/33
© Roberto Breschi
Sommario. Gli
zulu, fiera popolazione che oppose una strenua resistenza alla
penetrazione europea, ebbero il loro padre della patria nel re Ciaka,
fondatore verso la fine del XVIII secolo di un forte regno, chiamato
dagli europei Zululand, parola che ha lo stesso significato (terra
degli zulù) di KwaZulu (kwa = terra in lingua
bantù). I britannici, durante l’occupazione del Natal,
riconobbero l’indipendenza del regno ma più tardi (1879) lo
occuparono e lo smembrarono. Riunificato nel 1884 come stato indigeno
sotto sovranità britannica, fu assorbito dal Natal nel 1897. 75
anni più tardi il regno riebbe una parvenza di vita con
l’istituzione del bantustan del KwaZulu (30
marzo 1972). Molto frammentato (in origine distribuito in ben 26
parcelle), occupava da solo un terzo del Natal (oggi KwaZulu-Natal) e
ne aveva la metà della popolazione. Fu abolito, come le altre homelands,
nel 1994. Al sovrano degli zulu, che gode di notevole ascendente sulla
popolazione, è stata riconosciuta un'autorità di tipo
tradizionale, pur priva di valenza politica.
Terra degli Zulu, Zululand, 1884-1897
Bandiera nazionale dello
Zululand - o KwaZulu, secondo l’equivalente denominazione indigena -
adottata alla riunificazione dello stato nel 1884, e durata fino
all’annessione al Natal nel 1897. Incerta l’origine e il significato
dei colori.
Regno Bantù del KwaZulu, KwaZulu Bantustan, Wene WaZulu,
1977-1984
Bandiera di stato
adottata il 28 ottobre 1977
e modificata il 30 maggio 1984. Proporzioni 2/3; la striscia verticale
è pari a 1/3 della lunghezza del drappo. Lo scudo che figura
sulla striscia rossa è quello di Ciaka, eroe nazionale degli
zulu (nome che significa “cielo”, dato alla tribù degli ANguni
dallo stesso Ciaka), che
si oppose fieramente alla penetrazione europea. L’oro, il verde e il
nero
sono i colori dell’Inkata, movimento nazionalista non violento.
Regno Bantù del KwaZulu, Kwazulu Bantustan, Wene WaZulu,
1984-1994
Bandiera di stato
adottata il 30 maggio 1984 e legalmente soppressa il 26 aprile 1994,
allorché il regno fu trasformato da bantustan in
provincia (KwaZulu-Natal) del nuovo Sudafrica.
Proporzioni 2/3. Stesso impianto della precedente bandiera. Cambia
l’ordine
delle strisce orizzontali, qui nero-verde-oro, coincidente con la
bandiera
dell’African National Congress, il movimento dei neri del
Sudafrica;
anche lo scudo di Ciaka appare ritoccato e posto su uno scettro reale
e due zagaglie incrociate.
COLONIE, STATI BOERI e BANTÙ (Indice)
Bibliografia
Flag
Bull., XVI:6, 1977; 114, 1985 e 160, 1994 - Archivio CISV, scheda
105/3ter e 105/22
>
Indice Africa >
>> Indice generale >>