![]() Cartolina inizio '900, Antonio Furlanetto illustratore. Libera interpretazione dello stemma di Roma. ![]() |
LAZIO Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo |
Istituita nel 1927 unendo al circondario di Frosinone,
staccato dalla provincia di Roma, il circondario di Sora e una parte di
quello di Gaeta già appartenenti alla provincia di Terra di
Lavoro (Caserta). Capoluogo: Frosinone Altre città: Cassino, Alatri, Sora, Ceccano, Anagni, Ferentino, Veroli Sigla: FR Bandiera: azzurro-giallo-azzurra con lo stemma della provincia sulla striscia centrale gialla, larga il doppio delle altre. Gonfalone: azzurro-giallo-azzurro come la bandiera, ma le strisce sono di pari larghezza (RD 16 febbraio 1928).. |
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Stemma: d’azzurro
al leone d’oro, impugnante una daga d’argento manicata d’oro,
accompagnato in punta da due cornucopie d'oro, legate di rosso, ricolme
di frutta e di spighe di grano, al naturale.
Cartiglio con motto ferocior ad bellandum.
Il leone è preso dallo stemma del capoluogo, con in più la daga, mentre le cornucopie sono le stesse della Terra di Lavoro. Il motto è una parafrasi in positivo della frase da Ab urbe condita di Tito Livio rivolta ai Volsci definiti popolo più feroce nel ribellarsi che a combattere, ferocior ad rebellandum quam bellandum gens. Decreto di concessione: RD 16 febbraio 1928. Dal 1933 al 1943 portò il "capo littorio" (v. tavola relativa). |
Istituita nel 1934 con il nome di "Provincia di Littoria",
includendo l'Agro Pontino bonificato e altri territori sottratti alle
province di Roma e di Napoli. Il 9 aprile 1945 il nome è mutato
in "Provincia di Latina". Capoluogo: Latina Altre città: Aprilia, Terracina, Fondi, Formia, Cisterna di Latina, Sezze, Gaeta, Sabaudia, Minturno, Pontinia, Priverno Sigla: LT Bandiera (1934-1943, prov. Littoria): nera e azzurra divisa verticalmente con lo stemma della provincia al centro (RD.3 dicembre 1934). Bandiera (dal 1954, prov. Latina): verde e amaranto divisa verticalmente con lo stemma della provincia al centro (DPR 23 settembre 1954). Gonfalone (1934-1943, prov. Littoria): nero-azzurro diviso orizzontalmente; lo stemma contornato di spighe d'oro e dalle scritte "Provincia di Littoria" e "A XIII E.F." (RD 3 dicembre 1934). Gonfalone (dal 1954, prov. Latina): verde e amaranto (DPR 23 settembre 1954). |
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Stemma: campo di
cielo alla banda di verde, caricata da tre spighe di grano, poste nel
verso della banda, accompagnate: sopra da una torre aperta e finestrata
di nero, fondata sulla cima centrale di tre monti, il tutto al
naturale; sotto da un'ancora d'argento posta su un mare fluttuoso d'oro.
Si è inteso rimediare alle mancanze delle precedenti versioni includendo le differenti caratteristiche della provincia: la parte costiera, il fertile Agro Pontino, l'area montana più interna. Ormai dimenticata l'antica palude, Decreto di concessione: DPR 23 settembre 1954 |
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Stemma 1950-1954:
campo di cielo, al fastello di spighe di grano d'oro, nascente sulla
destra da una palude d'argento chiazzata di nero, su sfondo d'azzurro
mareggiato d'argento, con nave veleggiante verso la sinistra dello
scudo.
Disegnato, come il primo stemma, da Duilio Cambellotti. Corona peculiare. Pur epurato dagli emblemi del passato regime, ricordava molto il precedente per simbolismo e impiento grafico; inoltre rappresentava solo parte del territorio provinciale, le paludi Pontine bonificate e la costa. Per tali ragioni, ancorché impiegato dall'amministrazione, non comnpletò mai l'iter per la concessione. Decreto di concessione: non concesso: Approvato con delibera dalla deputazione provinciale il 2 maggio 1950. Definitivamente abbandonato nel gennaio 1954. |
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Stemma 1934-1943:
d'azzurro al fascio littorio d'oro, legato di rosso, con la scure
d'argento uscente da un fastello di spighe di grano d'oro nodrito su
una palude di nero e d'argento, al capo littorio.
Chiara la simbologia: La palude mefitica, trasformata in terreni fertili dalle bonifiche promosse dal regime, ora produce grano. Prevalgono il nero e l'azzurro, colori del fascismo e della monarchia sabauda, È il solo stemma provinciale che non è mai esistito senza il capo littorio (v. anche la tavola relativa). Decreto di concessione: RD 3 dicembre 1934. Abolito con la caduta del fascismo.. |
Formata nel 1927 unendo il circondario di Rieti
(appartenente fino al 1923 alla provincia di Perugia e poi a quella di
Roma) e l'ex circondario di Cittaducale, staccato dalla provincia
dell'Aquila. Capoluogo: Rieti Altre città: Fara Sabina Sigla: RI Bandiera: rossa, con lo stemma della provincia completo. Gonfalone: il vecchio gonfalone era armeggiato (RD 10 maggio 1928), il nuovo è giallo con largo bordo rosso (DPR 5 giugno 2001). |
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Stemma: di rosso
alla banda dello stesso, bordata e caricata delle lettere capitali S P
Q S alternate a tre gruppi di tre anelli intrecciati, il tutto d'oro.
Sotto la punta il cartiglio di rosso col motto Tota Sabina Civitas
d'oro. Deriva dallo stemma dell'antica provincia Sabina che però aveva il campo verde e la banda d'argento con solo gli anelli. Misterioso il significato degli anelli. S P Q S = Senatus Popolusque Sabinus. Corona regolamentare, serto antico. Decreto di concessione: RD 10 maggio 1928. Dal 1933 al 1943 portò il "capo littorio" (v. tavola relativa). |
Istituita nel 1870 con l'incorporazione dei territori
residuali dello Stato pontificio al regno d'Italia. Fu ampliata nel
1923 prendendo dalla provincia di Perugia il circondario di
Rieti. Fu la sola provincia del Lazio sino al 1927, quando subì
un forte ridimensionamento con il distacco delle nuove province di
Viterbo, Rieti e Frosinone, alle quali si aggiunse Littoria nel 1934.
Dal 1° gennaio 2015 ha assunto lo status di Città
Metropolitana di Roma Capitale.. Capoluogo: Roma Altre città: Guidonia Montecelio, Fiumicino, Pomezia, Tivoli, Anzio, Civitavecchia, Velletri, Ardea, Nettuno, Marino, Albano Laziale, Monterotondo, Ladispoli, Ciampino, Cerveteri, Fonte Nuova, Genzano di Roma, Mentana, Frascati, Palestrina, Colleferro, Grottaferrata, Anguillara Sabazia, Bracciano, Ariccia, Santa Marinella, Zagarolo, Rocca di Papa, Valmontone, Fiano Romano, San Cesareo Sigla: 55 (1905-1927) - ROMA (dal 1927) - RM (dal 1976, ripetitrice e modulistica) Bandiera: partita di azzurro e di rosso con lo stemma della provincia (che talora è omesso). Gonfalone: partito di rosso e di azzurro (DPR 6 giugno 1951). |
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Stemma: partito
di rosso e d'azzurro all'aquila d'argento al volo abbassato, coronata
all'antica d'oro, attraversante.
L'aquila ha tradizioni antichissime, risalendo all'epoca della Roma imperiale di Augusto. Il campo dello scudo unisce il rosso romano e l'azzurro sabaudo. Sono mantenuti gli ornamenti estreriori di foggia antica. Decreto di concessione: RD 26 gennaio 1899. Dal 1933 al 1943 portò il "capo littorio" (v. tavola relativa). |
Ricostituita nel 1927 diminuendo la provincia di Roma del
territorio della vecchia delegazione pontificia di Viterbo e parte di
quello della delegazione di Civitavecchia. Capoluogo: Viterbo Altre città: Civita Castellana, Tarquinia, Vetralla Sigla: VT Bandiera: rossa con croce bianca accantonata da quattro chiavi bianche e al centro lo stemma della provincia. Gonfalone: come la bandiera (21 giugno 1928). |
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Stemma: scudo
appuntato d'azzurro, al leone leopardito, sopra la campagna erbosa di
verde; al capo di rosso, alla croce d'argento accantonata da quattro
chiavi poste in palo e coll'ingegno all'insù sostenuto da una
fascia d'oro, con la scritta in nero in carattere medievale Non
metuens verbum, leo sum qui signo Viterbum. Riprende in modi diversi elementi araldici del capoluogo. Il leone infatti era la sola arma della città di Viterbo già prima del 1200, a cui si aggiunse il vessillo della Chiesa nel 1316. Il motto significa "Io che non temo verbo, sono il leone che rappresenta Viterbo". Decreto di concessione: RD 21 giugno 1928. Dal 1933 al 1943 portò il "capo littorio" (v. tavola relativa). |