© Roberto Breschi
Sommario. Il
periodo detto “di Angkor” (dal
nome della capitale), che dal IX secolo si protrasse fino al XV, fu per
l’antico
impero della Cambogia un’epoca di grande potenza e splendore; ma poi il
paese
si logorò in continue guerre con i vicini viet e thai e dovette
subire
l’influenza di portoghesi, olandesi e francesi. Fu proprio la Francia
che
nel 1863 pose il regno della Cambogia sotto il suo protettorato per
associarlo
nel 1887 all’Indocina Francese. Solo nel 1953 fu recuperata
l’indipendenza.
Nel 1970 il re Sianuk fu deposto da un colpo di stato e fu costituita
la
Repubblica Khmer. Nel 1975 le forze coalizzate dell’opposizione,
guidate
dal deposto sovrano Sianuk e comprendenti i guerriglieri rossi khmer,
occuparono
la capitale Phnom Penh e ripresero il potere, ma poco dopo i khmer
rossi
di Pol Pot ebbero il sopravvento e fino al 1979 inflissero alla
Cambogia uno
dei più cupi e sanguinosi regimi della storia. All’interno del
paese
la bandiera fu in pratica abolita, al pari di altre componenti della
società
civile, come la moneta e le scuole. Nel 1979 Pol Pot fu cacciato dagli
oppositori,
tuttavia la guerra civile non cessò e il paese finì in
pratica
per essere occupato dai vietnamiti. Nel 1990 Sianuk mise insieme un
governo
di coalizione in esilio e nel 1991 ritornò in patria. La
situazione
in ebollizione consigliò l’intervento dell’ONU, cui era affidato
il
gravoso compito di interporsi fra le parti e di organizzare libere
elezioni.
Gli intricati nodi della storia civile della Cambogia sembrano
sciogliersi
nel 1993 allorché Sianuk vince le elezioni e diventa primo
ministro.
Ma permangono focolai di guerriglia, finché nel 1998 si forma un
governo
di coalizione. Altrettanto complicata la storia vessillologica della
Cambogia,
ma con una costante: la presenza del tempio di Angkor sulle sue molte
bandiere.
Regno di Cambogia, Preah Reach Ana Pak Kampuchea, c. 1863-1940
La bandiera nazionale
della Cambogia non era antichissima. Essa fu introdotta infatti verso
il 1863, in concomitanza dell’inizio del periodo francese. Si
eclissò in pratica nel giugno 1940, quando i giapponesi presero
il controllo del paese che era passato sotto il governo di Vichy in
seguito alle vicende francesi. Era rappresentato in campo
rosso entro una cornice blu un disegno, tanto elaborato quanto
fantasioso,
del tempio di Angkor (Angkor Vat = tempio della città
reale),
dedicato a Visnù. La costruzione era, ed è, una delle
meraviglie
architettoniche mondiali, capolavoro dell’arte khmer del XII secolo;
fagocitata
dalla giungla e dimenticata, fu riscoperta dopo la metà del XIX
secolo, poco prima dell’adozione della bandiera. Il tempio
diventò
simbolo e vanto della nazione e compare su tutte le numerose bandiere
(tranne
una) alzate dalla Cambogia nell’ultimo mezzo secolo. Si può
osservare
che la bandiera ha i colori francesi, tuttavia uno stendardo reale con
gli stessi colori esisteva già prima dell'arrivo degli europei.
Kampuchea, c. 1942-1945
Bandiera nazionale
introdotta verso il 1942 quando il paese era sotto controllo
giapponese. Scomparsa nel 1945. Al centro una rappresentazione
planimetrica del tempio di Angkor. L'immenso complesso occupava in
origine un'area di quasi due milioni di metri quadrati e aveva un muro
interno di 1025 per 800 metri.
Regno di Cambogia, Preah Reach Ana Pak Kampuchea, 1945-1948
Bandiera nazionale
alzata il 13 marzo 1945 in occasione
della proclamazione dell'indipendenza voluta dal Giappone in
opposizione alla
Francia. Modificata il 29 ottobre 1948. Proporzioni 3/4. Era
sostanzialmente la bandiera dell'anteguerra, con una rappresentazione
del tempio di Angkor più realistica, frontale, con tre imponenti
torri visibili (la centrale attinge i 65 metri).
Regno di Cambogia, Preah Reach Ana Pak Kampuchea, 1948-1970 e
dal 1993
Kampuchea, Cambodge, 1975, 1990-1991 e 1993
Bandiera nazionale,
mercantile e della marina da
guerra adottata il 29 ottobre 1948 e durata fino al 9 ottobre 1970
quando, dopo la destituzione di Sianuk, fu proclamata la repubblica.
Ripresa dall'aprile al dicembre 1975 e dal febbraio 1990 al giugno 1991
da differenti governi di coalizione presieduti da Sianuk. Nel 1993 l'ex
sovrano fu eletto primo ministro e il 30 giugno alzò di nuovo la
bandiera, confermata dalla nuova costituzione del 24 settembre con la
quale si restaurava la monarchia. Disegno modernizzato rispetto a
quello della precedente bandiera: la cornice fu sostituita da due
strisce blu e le proporzioni portate a 2/3. Inalterata la
rappresentazione del tempio di Angkor.
Repubblica Khmer, Sathearnak Roath Khmer, République
Khmère, 1970-1975
Bandiera nazionale,
mercantile e della marina
da guerra adottata il 9 ottobre 1970 e durata fino alla caduta di Phnom
Penh, il 17 aprile 1975, occupata dalle truppe della coalizione guidata
da Sianuk che già controllava gran parte del territorio. Il
campo blu, già colore reale, era ora simbolo di pace e
prosperità. Sulla linea
del cantone dove era confinato il tempio di Angkor, tre stelle, dal
significato incerto.
Stato Democratico di Cambogia,
Kampuchea, État Démocratique du Cambodge, 1976-1979
Bandiera valida per
tutti gli usi adottata il
5 gennaio 1976 e sostituita il 7 gennaio 1979 allorché le truppe
vietnamite occuparono Phnom Penh. Drappo rosso con al centro la sagoma
gialla di un tempio, a tre torri e priva di dettagli. La costituzione
non specifica che il tempio sia quello di Angkor. Poco usata,
addirittura abbandonata al pari di altre componenti della vita civile
come la moneta e l'istruzione scolastica, la bandiera segnò
l'oscuro periodo di terrore di Pol Pot e degli
khmer rossi.
Repubblica Popolare di Cambogia,
Sathearnarot Pracheameanit Kampuchea, 1979-1989
Bandiera di impiego
generale alzata lo stesso
giorno della presa di Phnom Penh da parte dei vietnamiti, il 7 gennaio
1979.
Sostituita il 1° maggio 1989. La sagoma gialla dell’Angkor Vat
appariva con tutte le sue cinque torri, stilizzate ed in prospettiva
incoerente.
Un modello assai simile era già stato usato da un movimento di
liberazione, Khmer Issarak (Khmer Liberi) dal 1950 al 1953. Il
nuovo regime era riconosciuto dai paesi dell'area sovietica, ma non
dalle Nazioni Unite,
presso le quali continuò a sventolare la precedente bandiera
(col
tempio a tre torri).
Stato della Cambogia, Rot Kampuchea, État du Cambodge,
1989-1991
Bandiera di impiego
generale adottata il 1° maggio 1989 e abolita il 24 giugno 1991.
Secondo la costituzione il rosso simboleggiava lo sforzo del popolo per
il benessere e la difesa del paese, l'azzurro stava per l'unità
dello stato e le ricchezze comuni, il giallo e il tempio di Angkor
alludevano alla tradizione, al buddismo e alla secolare civiltà
khmer.
Kampuchea, Cambodge, 1991-1993
Bandiera
decisa dal
Consiglio Nazionale Supremo, composto dai rappresentanti delle varie
fazioni, alzata il 24 giugno 1991 alle Nazioni Unite e restata in
vigore fino al 30 giugno 1993. Nonostante l'incompatibilità
delle ideologie, le parti in lotta riuscirono ad accordarsi su un
modello di bandiera che rappresentasse il paese nel periodo di
transizione in attesa della fine della guerra civile e delle elezioni.
Prima e unica senza l'Angkor Vat aveva connotati del tutto
neutrali: profilo geografico e nome dello stato, colori della bandiera
dell'ONU.
Bibliografia
Flag
Bull., XIV:6, 1975; XVIII:3, 1979; 133, 1990; 143, 1991 e 153, 1993 -
Flagmaster, 62, 1989 - Embl. et pavillons, 20, 1989 e 29, 1991 -
Archivio CISV,
scheda 48
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