Regione Settentrionale, Stato Haussa, Northern, c. 1960-c. 1967
Sommario. Gli haussa, popolazioni sudanesi islamizzate giunte dal nord si stabilirono a partire dal X secolo nella Nigeria settentrionale - ove oggi costituiscono la grande maggioranza della popolazione - e fondarono varie città stato. Nel XVIII secolo si sovrapposero i Fulbe che, capeggiati da Osman dan Fodio, mossero guerra ai sovrani haussa (la cosiddetta "guerra santa") e assunsero il controllo di tutte le città stato. Nell'iniziale assetto federale della Nigeria indipendente, abolito nel 1967, lo stato Haussa corrispondeva alle Regione Settentrionale.
Bandiera per uso locale alzata nella Nigeria settentrionale ove era predominante l'etnia haussa. Non si conosce con esattezza periodo d'uso (forse dal 1960 al 1967) né il significato dei colori delle strisce.
NIGERIABibliografia
Archivio personale (cortesia A. Ziggioto)
Sommario. Bauchi, situato sull'altopiano di Jos, nella Nigeria centro-settentrionale, fu un emirato creato dai Fulbe nel 1807 in seguito alla "guerra santa" condotta contro le città-stato haussa. Nel 1902 fu occupato dai britannici e aggregato al protettorato della Nigeria Settentrionale.
Bandiera dell’emirato a sud-est di Kano; non è conosciuto il periodo d’uso. Poche notizie di questa bandiera, nota attraverso uno schizzo di William Crampton riportato dalla rivista belga Vexillinfo.
NIGERIABibliografia
Vexillinfo, 37, 1983
Sommario. Kano, nel nord della Nigeria sulla via che conduce nel Niger, fu antica città-stato haussa, che prende il nome dal leggendario fondatore. Dal X secolo al XVIII secolo, escluso un breve periodo di sottomissione all'impero Songhai, fu un regno fieramente indipendente. All'inizio del XIX secolo fu sottomesso dai Fulbe che nel 1807 vi costituirono un fiorente emirato. Nel 1903 fu occupato dai britannici. Con l'indipendenza della Nigeria non riuscì ad ottenere un assetto autonomo e oggi è ridotto a semplice divisione amministrativa.
Bandiera dell’emirato indigeno adottata in epoca imprecisata; nel 1983 era considerata ancora in uso. Proporzioni apparenti 2/3, con la striscia centrale larga 1/3 delle altre. Non è noto il simbolismo della bandiera. I colori corrispondono a quelli panafricani, ma probabilmente è solo una coincidenza.
NIGERIABibliografia
Vexillinfo, 32, 1983 - Archivio personale (cortesia di A. Ziggioto)
Sommario. La storia dell'emirato di Katsina, presso l'odierno confine col Niger, è parallela a quella di Kano con cui spesso venne in conflitto. Città-stato haussa fondata verso il mille fu conquistata dai regni vicini. Verso il 1550 tornò indipendente. Come Kano fu occupata dai Fulbe in seguito alla cosiddetta "guerra santa" nel 1807. Dopo la conquista britannica perse definitivamente ogni forma di autonomia politica, restando tuttavia uno dei centri morali e religiosi più importanti dell'intero paese.
Bandiera di stato e stendardo del sovrano adottata in epoca imprecisata e considerata ancora in uso nel 1983. Anche con la scritta Katsina.
NIGERIA
Bibliografia
Vexillinfo, 32, 1983 - Archivio personale (cortesia di A.Ziggioto)
Sommario. L'etnia yoruba costituisce la quasi totalità della popolazione delle regioni sud occidentali della Nigeria, ove giunsero tra il VII e l'XI secolo stabilendovi alcuni regni ben strutturati. Gli Yoruba hanno mantenuto la loro identità fino ad oggi e forniscono il maggior contributo alla classe dirigente dell'intero paese. Nell'assetto federale della Nigeria indipendente, abolito nel 1967, lo stato Haussa corrispondeva alle Regione Settentrionale.
Bandiera per uso locale approvata ufficialmente dalla regina Elisabetta II nel settembre 1960; durata probabilmente non oltre la travagliata parentesi delle secessioni (1967-70), dopo di cui i simboli locali erono di certo mal tollerati. Il blu era il colore degli Yoruba, il nodo simboleggiava l’unità dello stato, la clava da cerimonia rappresentava l’autorità nazionale. Il verde e il giallo alludevano alle ricchezze agricole e minerarie; il bianco stava per la pace.
NIGERIABibliografia
Vexillinfo, 88, 1987 - Archivio personale (cortesia di A. Ziggioto)